Non Binary in Italia: il significato di vivere come enby in questo Paese

Ostacoli quotidiani per le persone Non Binary in Italia

Deadnaming: significato

E’ ciò che accade quando viene usato il nome anagrafico (deadname), ormai considerato “morto” dalla persona non binary, che ha preso consapevolezza di sé e ha scelto un nome d’elezione.
Il deadnaming avviene anche per il fatto che in Italia le persone non binary non possono cambiare nome e genere sui documenti, e quindi in contesti burocratici sono appellate col nome anagrafico, e, anche quando spiegano la propria situazione, spesso l’istanza di essere chiamati col nome d’elezione non viene accolta.

Misgendering: significato e definizione

E’ ciò che accade quando le persone si rivolgono alla persona non binaria facendo riferimento al suo sesso biologico, e spesso ciò avviene anche quando la persona dichiara la sua identità di genere, per “una svista”, per incapacità di impegnarsi e per menefreghismo. A volte anche per cattiveria.

Deadnaming e Misgendering: perché è grave farlo

Rispettare il nome d’elezione e il genere d’elezione della persona che si rivolge a noi è
importantissimo. Non “riuscire a farlo” è un buon motivo per non relazionarsi a una persona
(anche e soprattutto se si trattasse di un professionista della salute).
Infatti, per una persona non binaria o non medicalizzata “poco politicizzata” potrebbe essere molto
difficile correggere o chiedere di smettere, e la persona potrebbe chiudersi nel suo dolore,
sopportando in silenzio una situazione opprimente e di grande disagio.

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Settori ostili alla soggettività non binary

Accesso alla sanità per persone non binary

Le persone non binary non vengono riconosciute, e sono spesso soggette a misgendering e deadnaming quando si sottopongono ad una visita medica. Il personale, spesso, non è formato, e non accetta di usare nome e genere d’elezione, oppure è la persona non binary stessa a rinunciare al coming out, in quanto sarebbe derisa o ignorata.
Questo porta le persone non binary a trascurare la propria salute, non solo genitale, o a rivolgersi alla sanità privata, spesso non migliore del settore pubblico in quanto a rispetto dell’identità di genere.

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Accesso al mondo del lavoro se sei enby

L’accesso al mondo del lavoro è difficile in un Paese non abituato a chiedere pronomi ed identità di genere in fase di invio curriculum e colloquio di lavoro.
Viene data per scontata l’identità di genere coerente col nome anagrafico e con la biologia. Anche per chi fa coming out quando già ha un posto di lavoro le cose non sono semplici, e spesso i coming out non binary vengono ignorati o derisi.

Carriera Alias, Trans Narratives, Passing

Una richiesta urgente è quella che la carriera alias diventi un diritto e non una “gentile concessione” di alcuni datori di lavoro.Questa richiesta è solo un tampone a un problema alla base: il fatto che per cambiare nome e genere sui documenti serva la medicalizzazione, e un percorso “monitorato” in cui dei professionisti giudicano la persona, anche in base al suo binarismo. 

Ciò ha creato in passato le “trans narratives”: narrazioni che le persone T sapevano di dover fare per poter andare avanti nel percorso. Manca di fatto il diritto alla genitorialità: un coppia con un candidato genitore non binario non ha speranza di accedere alle adozioni. Gli interlocutori sono forse i partiti, che troppe volte hanno sfruttato il movimento LGBT per visibilità senza poi portare davvero avanti delle istanze. C’è chi fa proposte in prima persona, ma ci sono competenze giuridiche che non tutti gli attivisti possono o vogliono avere.

La società si sta aprendo al non binarismo, anche grazie ad alcune iniziative che arrivano dall’estero: i pronomi su linkedin, le serie tv di netflix, ma anche la scevà proposta dalla linguista nostrana Vera Gheno. Oserei dire che ad influire nell’inclusione conta ancora molto il passing, ovvero avere un aspetto rassicurante e binario. Chi non lo ha, per essere incluso, deve davvero chiudersi in una bolla di persone molto colte e di livello altissimo per sopravvivere, persone che spesso non fanno neanche parte della comunità LGBT ma che rendono marginale l’aspetto per valutare una persona.

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In Italia l’unico modo di cambiare nome e genere è fare l’iter previsto dall’obsoleta legge 164/82, che prevede una medicalizzazione obbligatoria (che dal 2015, tramite delle sentenze della Corte di Cassazione e Costituzionale, prevedono “solo” una terapia ormonale), oltre al fatto che la condizione transgender e quella non binary non sono presenti e considerate: la persona che compie l’iter passa dall’essere (legalmente) di un sesso biologico all’essere legalmente riconosciuti come del sesso biologico opposto a quello di nascita.

Le sentenze, spesso, si rifanno all’aspetto fisico della persona (quindi al “passing“, a quanto il suo aspetto sia accettabile per il genere d’arrivo) e quindi l’approccio è molto cismimetico e cisnormativo (sono accettabili le persone che si mimetizzano tra le persone cisgender, ovvero non transgender).
Inoltre, l’approccio è psichiatrizzato, ed è unə psichiatra a gestire il coming out della persona transgender, a legittimarlo e a dire se è da prendere in considerazione. Infatti, quelle poche persone transgender prese sul serio da atenei e posti di lavoro sono quelle che affiancano il coming out ad un certificato dellə terapeuta e dalla solenne promessa di un imminente cambiamento fisico. Endocrinologə scelgono i dosaggi di ormoni, mostrandosi spesso riluttanti alle richieste di microdosing o di non medicalizzazione.

La persona transgender e non binaria non ha il diritto di autodeterminarsi, come le persone gay o bi, ma dipende da qualcun altro, spesso etero e cisgender. Giudici, avvocati, psichiatri, psicologi, ed altri professionisti del transificio si occupano della nostra presunta definizione appropriata, riversando su di noi i loro pregiudizi verso le persone non binarie o che non desiderano la medicalizzazione o il passing.

Associazionismo transgender, non-binary, significato politico

Indichiamo alcuni riferimenti significativi e storici sul tema non binary:

Progetto Genderqueer – il primo blog sull’argomento in lingua italiana. Dal 2009. Organizza eventi culturali e gruppi di autocoscienza tramite meet

Circolo Culturale TBIGL Alessandro Rizzo Lari (ex Harvey Milk) Milano – storica associazione non binary e pansessuale

ACET Associazione per la Cultura e l’Etica transgender – associazione transgender e non binary a Milano, capitanata da Laura Caruso

Gruppo Trans Bologna – associazione transgender e non binary a Bologna

L’Identità Non Binary in Italia: significato, nomi e riconoscimento

L’identità di genere non binary sta guadagnando sempre più consapevolezza e accettazione in tutto il mondo, inclusa l’Italia.
Esploreremo il significato dell’essere non binary, l’importanza dei nomi non binari e l’avanzamento del riconoscimento delle persone non binary in Italia.

Una definizione rompitrice di convenzioni di genere

L’identità di genere non binary sfida le tradizionali distinzioni binarie uomo/donna. Essa abbraccia una gamma di identità di genere che non si riconducono esclusivamente a maschile o femminile.
Essere non binary significa vivere e identificarsi al di fuori dei limiti imposti dalla società in termini di genere.

L’importanza dei nomi non binari

I nomi non binari giocano un ruolo fondamentale nell’affermare e rafforzare l’identità di genere non binary.
Essi consentono alle persone di esprimere appieno la propria identità e di essere riconosciute secondo i loro termini. In Italia, l’adozione di nomi non binari rappresenta un passo verso l’inclusione e la visibilità delle persone non binary nella società.

L’avanzamento del riconoscimento delle persone Non Binary in Italia

Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un progresso significativo nel riconoscimento delle persone non binary. Organizzazioni e attivisti si sono impegnati per promuovere l’uguaglianza di genere e garantire la tutela dei diritti delle persone non binary.
Ciò include il riconoscimento delle identità non binarie sui documenti di identità e l’introduzione di politiche di inclusione nelle istituzioni pubbliche e private.

Promuovere la consapevolezza e l’accettazione dell’Identità Non Binary

È fondamentale promuovere la consapevolezza e l’accettazione dell’identità non binary nella società italiana.
Ciò implica educare il pubblico sul significato e le sfumature dell’identità di genere non binaria, contrastare i pregiudizi e promuovere un ambiente inclusivo. Il dialogo aperto e il sostegno alle persone non binary contribuiscono a creare una società più equa e rispettosa.

Conclusioni

L’identità di genere non binary rappresenta un’importante sfida alle convenzioni di genere binarie e sta ottenendo sempre più riconoscimento in Italia.
Attraverso la promozione dei nomi non binari, il progresso nel riconoscimento delle persone non binary e l’educazione sulla diversità di genere, l’Italia sta compiendo passi significativi verso l’inclusione e l’accettazione di tutte le identità di genere.